15 SETTEMBRE 2025 – Pubblicato sulla Rivista IN TERRIS
Intelligenza artificiale: vincoli da rispettare e opportunità da cogliere

L’autunno alle porte sarà l’ennesimo banco di prova per il sistema produttivo italiano. Da tutto il mondo giunge la sfida lanciata dall’avvento dell’IA e sarebbe un atto di folle miopia fingere che tutto rimarrà come prima. E’ necessario però avere la consapevolezza che le aziende europee dovranno muoversi in un ginepraio di norme che sia l’UE che i Paesi Membri stanno adottando. I fini sono lodevoli ma, ai fini della competitività con Usa e Oriente, rischiano di ostacolare la libera concorrenza. In altri termini: sarebbe auspicabile competere ad armi pari.
Il contesto normativo
Nel marzo 2024 l’Unione Europea ha approvato in via definitiva l’AI Act dotandosi dunque del primo quadro normativo organico e vincolante al mondo in materia di intelligenza artificiale (IA). Il regolamento, che sta entrando in vigore progressivamente a partire dal 2025, introduce un approccio basato sul rischio e mira a garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti fondamentali e la trasparenza nell’utilizzo dei sistemi di IA. Il regolamento europeo impone agli Stati membri una serie di obblighi normativi, amministrativi e operativi, tra cui:
- Classificazione dei sistemi di IA secondo quattro livelli di rischio: inaccettabile, alto, limitato e minimo.
- Vigilanza e controllo sui sistemi ad alto rischio, che includono applicazioni nei settori dell’istruzione, del lavoro, delle infrastrutture critiche, dei servizi pubblici e della giustizia.
- Obblighi di trasparenza per i sistemi che interagiscono con gli esseri umani, come i chatbot, o che generano contenuti sintetici (es. deepfake).
- Requisiti tecnici e documentali per produttori e fornitori di IA, tra cui la registrazione in un database europeo per i sistemi ad alto rischio.
- Sanzioni amministrative in caso di mancato rispetto delle disposizioni, fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato annuo globale.
Il regolamento prevede anche la creazione di un AI Office a livello europeo e l’istituzione, in ciascun Paese membro, di autorità nazionali competenti per la vigilanza e l’attuazione delle norme.
L’impegno dell’Italia: strategie, ordinamento e infrastrutture
In questo contesto, l’Italia si sta progressivamente attrezzando per garantire l’allineamento al nuovo quadro normativo al fine di cogliere le opportunità derivanti dallo sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale. Tra le principali iniziative intraprese dal governo italiano si evidenziano:
- Piano strategico nazionale sull’intelligenza artificiale 2022–2024, sviluppato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero per la Transizione Digitale.
- Aggiornamento del quadro normativo nazionale, con l’introduzione di specifiche misure legislative per:
- Definire le competenze delle autorità preposte al controllo dell’AI Act.
- Adattare i codici di settore (lavoro, sanità, giustizia) all’uso di tecnologie IA.
- Garantire la tutela dei diritti fondamentali nei processi decisionali automatizzati.
- Istituzione del Comitato Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, organo consultivo e tecnico previsto dal decreto-legge n. 19/2024, incaricato di supportare il governo nella governance dell’IA e nel raccordo con l’AI Office europeo.
- Investimenti in infrastrutture digitali e supercalcolo, tra cui il potenziamento del centro di competenza CINECA e la partecipazione dell’Italia a progetti europei di cloud sovrano e reti di calcolo ad alte prestazioni.
- Formazione e alfabetizzazione digitale, con programmi rivolti a pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini, finalizzati a favorire un utilizzo consapevole e sicuro dell’IA.
La sfida e come affrontarla
L’IA offre indubbie possibilità di crescita in molti ambiti della nostra vita e rappresenta una nuova frontiera per il mondo del lavoro. Le aziende, indipendentemente da dimensioni e settore merceologico, hanno ormai compreso che l’IA può rappresentare un motore di crescita esponenziale. Il legame tra intelligenza artificiale (IA), cybersecurity e blockchain è sempre più stretto, in quanto queste tre tecnologie si integrano e si rafforzano a vicenda nella protezione dei dati, nella gestione delle transazioni digitali e nella prevenzione delle minacce informatiche. L’adozione di queste tecnologie comporta per le aziende un radicale cambio di paradigma, non solo organizzativo ma soprattutto culturale. Introdurre sistemi, più o meno sofisticati, di IA in azienda senza passare attraverso una adeguata formazione del personale rischia di generare dei pericolosi fenomeni di rifiuto di queste tecnologie, con pesanti conseguenze sia di efficienza produttiva che di bilancio. Ogni cambiamento epocale va affrontato con una visione strategica che sappia tenere insieme competenze diverse in grado di integrarsi tra loro.
Il Fondo Formazienda e ancor più le Parti Sociali costituenti, ovvero Sistema Impresa e Confsal, sono già in prima linea nel sostenere questa transizione epocale, come dimostra la grande predominanza di questi temi nelle richieste avanzate dalle aziende per ottenere finanziamenti formativi nell’ambito della terza edizione dell’Avviso del Fondo Nuove Competenze. E’ un segnale forte che deve essere colto e supportato per il futuro del nostro Paese.



